Tre nuovi studi su topi e sull’uomo forniscono ulteriore evidenza che alcuni batteri intestinali sono implicati nella genesi dell’obesità. In uno studio USA sui gemelli è stato trapiantato del materiale fecale di entrambi i gemelli (di cui uno obeso e uno normotipo) in topi geneticamente identici allevati in ambiente sterile. I topi trapiantati con batteri intestinali provenienti dal gemello obeso hanno sviluppato obesità e le sue caratteristiche biochimiche: dislipidemia, resistenza insulinica, aumento dei marker della flogosi. I topi trapiantati con batteri intestinali provenienti dal gemello normotipo sono rimasti normali. Dal momento che i topi ingeriscono le feci di altri topi, i ricercatori hanno messo in convivenza i topi obesi con quelli magri: gradualmente l’obesità è scomparsa, assieme alla sue caratteristiche biochimiche, e i loro batteri intestinali sono divenuti identici a quelli presenti nei topi magri. In uno studio realizzato in Francia sono stati confrontati i geni dei batteri intestinali di 123 non obesi con quelli di 169 obesi. I soggetti non obesi hanno dimostrato di possedere una composizione differente di batteri intestinali, anche se la differenza ha riguardato poche specie batteriche. In un altro studio francese i ricercatori hanno riscontrati gli stessi batteri collegati all’obesità in 49 soggetti obesi, soprattutto in quelli che possedevano anche le caratteristiche metaboliche dell’obesità. Quando questi soggetti sono stati sottoposti ad una dieta ipocalorica per 6 settimane, la flora batterica intestinale si è modificata rendendosi simile a quella di soggetti magri. Ritornando alla loro dieta abituale, anche la flora intestinale si è modificata ed è ritornata ad essere quella presente all’inizio dello studio.

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